Il sindaco chiude le porte a cittadini e rappresentanti politici (‘per dare più spazio alla stampa’) e spiega le ragioni del suo voler proseguire
Ma nel frattempo in consiglio comunale i conti non tornano
Il commissariamento va assolutamente scongiurato per il bene della città, niente dimissioni. E’ questa la notizia principale fornita dal sindaco Daniele Bendetti nell’attesa conferenza stampa di stamane, alla quale si è presentato al fianco degli assessori Lezi, Vargiu, Cerasini e Lisci, del segretario generale Ruggieri e di molti dei dirigenti comunali. Una conferenza stampa che è stata chiusa ai cittadini che a decine si erano presentati nella Sala dello Spagna di Palazzo Comunale per ascoltare le parole del sindaco. Molti i militanti di Spoleto 5 stelle che con cartelli e magliette recanti la scritta “Tutti a casa” puntuali alle 12 si sono ritrovati a palazzo del Comune. Diversi anche i rappresentanti politici presenti, sia di maggioranza sia d’opposizione. A tutti è stato precluso l’ingresso nell’ufficio del sindaco dove poi si è svolta la conferenza stampa.
Malgrado la contestazione, andata avanti con grida e alcuni spiccioli lasciati sul tavolo della Sala dello Spagna, il sindaco e la Giunta hanno spiegato le loro ragioni: “Abbiamo ritenuto opportuno riservare l’incontro alla stampa, poiché crediamo non sia utile e funzionale parlare in una situazione che poteva degenerare. E’ giusto lasciare più spazio ai giornalisti”. Sul disavanzo di bilancio, il primo punto che il primo cittadino ha voluto mettere in chiaro è che “nessuno qui ha rubato niente”. Benedetti ha fatto riferimento ad alcune voci circolate in città che additerebbero a consiglieri, tecnici e amministratori atti di “ruberia”. Poi, dopo aver ripercorso le tappe di questi ultimi mesi, dalle indagini dei “magnifici cinque” consiglieri sul bilancio 2012, alla confessione del dg Angelo Cerquiglini, fino ad arrivare alle “defezioni” degli assessori Proietti e Cintioli, il sindaco Benedetti ha ribadito che la situazione dell’Ente è quella di una gestione ordinaria: “Non siamo né in dissesto né in pre-dissesto. Si può quindi tranquillamente elaborare un piano di rientro triennale”.
Chi quindi oggi si aspettava dimissioni e un’ammissione di colpa è rimasto deluso.
“Abbiamo scelto responsabilmente di andare avanti e di dare alla città un piano di rientro, se avremo i numeri eviteremo di bloccare il Comune. Ci siamo presi in carico – ha affermato Benedetti – una situazione evidenziata dalla minoranza e che ha storia lontana”.
Benedetti ha sottolineato come le passate amministrazioni erano avvezze a fare e progettare senza tenere in considerazione i fondi disponibili: “I soldi non sono un problema, l’importante è fare i progetti” queste le parole con le quali Benedetti ha descritto “l’epoca d’oro” delle Giunte precedenti (da ricordare come nelle ultime due amministrazioni Benedetti ha ricoperto i ruoli di assessore prima e vicesindaco poi per ben sette anni su dieci). E in proposito Benedetti ha puntato il dito contro il Palatenda, piazza D’Armi e l’area industriale Flaminia presi come esempio di spreco. “Che il buco di bilancio ha storia antica ne è testimonianza – ha continuato Benedetti – la relazione redatta dal segretario generale che colloca i maggiori scostamenti di bilancio agli anni 2000, molto prima del nostro insediamento”. “A noi viene rimproverato immobilismo – ha proseguito – ma abbiamo dovuto far fronte a problemi non nostri e, soprattutto, abbiamo portato avanti pochi progetti, ma con coerenza, verificando prima la copertura economica”.
Il sindaco non si è sottratto alle proprie responsabilità, dichiarando di assumersi tutte le sue colpe, anche della sua esperienza da vicesindaco nella Giunta Brunini, ma non quelle che non gli competono. “E’ ragionieristicamente impossibile che un buco di quasi 10 milioni sia stato prodotto solo dalla nostra amministrazione”.
“Negli anni è stato adottato un modus operandi sbagliato, – ha spiegato Bendetti – che ha dato vita ad errori contabili. Così, in sede di riaccertamento ci siamo trovati a cancellare ben 30 milioni di euro di residui. Ed è in parte questo che ha causato un disavanzo di 9,7 milioni, per metà circa in parte corrente, per metà in conto capitale”. La nostra responsabilità, e da questa non ci nascondiamo – ha sottolineato Benedetti – è quella di esserci fidati di documenti scritti e firmati da tecnici e vidimati dai revisori dei conti, correndo dietro alla quotidianità e alla continua ricerca di fondi per far fronte ai tagli”. Una mezza ammissione di colpa, da parte del sindaco e della Giunta che ha peccato, a suo dire, di superficialità. Ora però il pensiero è tutto al piano di rientro, basato su razionalizzazione della spesa, alienazioni, recupero dell’evasione, riorganizzazione della macchina comunale e, inevitabilmente, aumento delle aliquote.
“Sono stati mesi di interlocuzioni importanti – ha proseguito il primo cittadino – durante i quali, anche alla luce dell’esposto, abbiamo parlato con la Corte dei Conti che si è detta disponibile a ragionare sul piano di rientro”. Benedetti ha incontrato anche il Procuratore della Repubblica al quale ha fornito documenti utili per il prosieguo delle indagini per falso ideologico in atto pubblico che vede imputato l’ex dg Cerquiglini. Risolutivo e rassicurante si è rivelato l’incontro al Ministero dell’Interno con il dottor Verde, direttore generale degli enti locali e della finanza pubblica, che ha consolato il primo cittadino rivelando che sono moltissimi i sindaci in queste condizioni. Il dottor Verde ha sconsigliato la strada del commissariamento, ricordando come le linee guida dei commissari siano chiare e ferree, “Il commissariamento prevede – ha spiegtao il sindaco – l’adozione delle aliquote massime per almeno 5 anni (pratica prevista dal TUEL) e tagli ai finanziamenti ai servizi (es. palestre e asili nido)”.
Insomma se già ne era convinto, il sindaco è tornato da Roma ancor più sicuro della sua scelta: niente dimissioni, niente commissariamento, avanti con il piano di rientro! Naturalmente numeri permettendo.
La notizia di ieri delle intenzioni del consigliere Marco De Angelis (lista civica Spoleto Città Unita) – alla quale il sindaco ha appena accenato in conferenza stampa – di votare la sfiducia presentata dall’opposizione, getta un ombra scura sul futuro della Giunta Benedetti.
“Non so cosa succederà nella maggioranza”, ha spiegato il sindaco di Spoleto,”ora è mia intenzione elaborare una ‘road map’, un’agenda di incontri con i gruppi di maggioranza e di opposizione, ma anche con le associazioni di categoria, le istituzioni, e i cittadini perché dobbiamo evitare che la città si ritrovi in una situazione più grave di quella odierna, ed elaborare un piano di rientro che sia di tutti”.
E’ quindi intento del sindaco sondare il terreno e farlo in tempi brevi. Parlare con tutti consiglieri, De Angelis e indecisi del Pd compresi convincendoli sugli effetti negativi di un eventuale commissariamento. Alle porte, infatti c’è la sfiducia che, da regolamento, deve essere votata non più tardi di 20 giorni dopo la presentazione della mozione stessa.
C’è poco tempo, quindi, per le interlocuzioni con le forze politiche e civili, ma soprattutto per realizzare un piano di rientro che, come chiesto da più parti e assicurato dal sindaco, non metta le mani nelle tasche degli spoletini.
Insomma, tra numeri di bilancio e numeri in consiglio (che al momento vedono la maggioranza non più tale per 16 scranni a 15), l’unica cosa chiara è che non sempre la matematica è una scienza esatta!
Fedrica Nardi
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