Martedi 4 Agosto il Consiglio Comunale di Spoleto vota il bilancio di previsione 2015 che, seppur con il nulla osta dei revisori, resta quel che è: troppo poco per questa giunta, troppo poco per Spoleto. La lettura approfondita del documento di bilancio lascia stupiti e delusi perché queste persone hanno il dovere di fare di più.
Le criticità sono sia nel metodo che nel merito: nessun riferimento a temi quali Bilancio Partecipato, Bilancio Partecipativo o addirittura Bilancio a base zero. I numeri statistici forniti sono davvero elementari e disattesi.
Facciamo qualche esempio. I dati analizzati sono due: Spoleto ha tanti anziani e le donne tra 15 e 49 anni sono in diminuzione. Il tasso di natalità a Spoleto è passato dallo 0,82 del 2010 allo 0,59 del 2014. Sono 10.342 le persone oltre i 65 anni contro i 1.723 dai 0 ai 6 anni (Fonti: relazione su bilancio previsionale comune di Spoleto). Cresce la popolazione oltre gli 80 anni e altro dato allarmante è il calo invece della popolazione femminile in età fertile.
Ebbene nei programmi a seguire non vi è traccia di misure prese dal Comune per ovviare a questi due unici punti citati nelle statistiche: politiche demografiche, politiche a favore delle famiglie e delle donne.
Ma esistono aspetti ancor più gravi ed imbarazzanti. Il documento non riporta parole chiave fondamentali per l’analisi critica della città: parole come disoccupazione, lavoro, politiche giovanili, sviluppo economico.
La parola “disoccupazione” è citata una sola volta e le pagine che la Quondam dedica alle attività di sviluppo economico sono appena 3 contro le circa 20 di “amministrazione” oppure le circa 10 della “Polizia Municipale“. Come dicevamo la parola “disoccupazione” appare una sola volta a pag.137 “Bonus Lavoro, quali esperienze formative in azienda finalizzate all’occupabilità dei cittadini disoccupati, con l’utilizzo di risorse pubbliche”.
Come ha detto l’Assessore Pula nella sua brevissima relazione in commissione e citando senza tanti approfondimenti i dati: “C’è proprio un impoverimento della città”.
Ci chiediamo a questo punto come intenda questa Amministrazione affrontare questo lungo periodo di crisi e questi numeri sconcertanti. Quindi, c’è da chiedersi:
- Perché non fare una ricerca approfondita sulla nostra disoccupazione e aggregare questi dati a quelli anagrafici?
- Siamo sicuri che non sia meglio partire da questi dati come premessa per costruire un bilancio di previsione?
- Perché non confrontare questi dati con quelli a livello regionale e nazionale?
- In sintesi, quali sono le finalità di questo bilancio?
Spaventa come questo bilancio sia appunto del tutto indifferente a due immensi problemi: la non valorizzazione delle forze lavoro intellettuali e competenti più giovani che le costringe ad emigrare, e l’invecchiamento e lo spopolamento della città di Spoleto. Quale futuro ha una città che non può contare su nuove energie?
La conferma che un piano non c’è, ci arriva da alcuni numeri che leggiamo sul bilancio di previsione:nessun investimento su scuole, politiche di agevolazioni e detrazioni alle famiglie, piano di sviluppo economico e occupazionale.
Il bilancio è dedito ad accantonare fondi per ripianare il debito e per cautelarsi di fronte a rischi di contenziosi legali e debiti provenienti dalle partecipate. I cittadini pagano con i loro soldi (che non si vedono mai restituiti in termini di meno tasse, investimenti o servizi) i danni e le responsabilità altrui. Anche questa è una scelta dopo tutto.
Vi diamo qualche cifra che è di facile interpretazione parlando ad esempio della manutenzione prevista per le scuole che è quasi nulla e soprattutto per lo più si intende finanziarla attraverso la voce alienazione capitali. Questa fa principalmente capo alla vendita del complesso immobiliare di Giano, che ha spinto gli stessi revisori a dare giudizi molto prudenti e ad avvertire il comune che: da Giano dipende “esclusivamente l’equilibrio di parte capitale”.
“Un complesso immobiliare sito in località Giano dell’Umbria per 3.300.000,00€, per la quale l’Ente non ha ancora provveduto ad espletare le formalità pubblicitarie per il primo bando di vendita. Il Collegio raccomanda codesto Ente ad attivarsi con urgenza per la procedura di cui sopra al fine di realizzare la copertura del disavanzo di parte capitale relativo all’esercizio 2014 di 1.812.591,66€. Si raccomanda inoltre di monitorare attentamente questa situazione al fine di salvaguardare gli equilibri di bilancio.”
E quindi ad esempio:
- manutenzione negli asili nido per 10.000€ proveniente dalla legge 77, ma solo a partire dal 2016 (d’altronde è nota la “cura” per il settore da parte dell’amministrazione Cardarelli)
- manutenzione scuole materne 10.000€ dalla legge 77 e 50.000€ (incerti, da alienazioni)
- manutenzione scuole elementari 10.000€ dalle legge 77 e 50.000€ (incerti, da alienazioni)
- manutenzione scuole medie 10.000€ dalla legge 77 e 57.408€ (incerti, da alienazioni)
- Nessun lavoro di manutenzione previsto per le superiori
Più certi sono invece i lavori di manutenzione per i cimiteri per un totale di 330.000€ e anche gli investimenti nel settore delle multe con 79.000€ per il parco auto della polizia municipale, 100.000€ per varchi elettronici, 52.000€ per speed-check e attrezzature per lo più finanziati con i proventi delle multe.
E’ vero, i numeri devono sempre tornare, ma i numeri possono essere visti in diversi modi; verrebbe da dire che dietro a queste scelte non ci sia una politica congruente. Effettivamente c’è un’assenza della Politica, nel senso più nobile che la rappresenta. Quella dove c’è un rispetto tra le Istituzioni e il cittadino e un corrispettivo reciproco di oneri e onori. Invece dietro alla maschera del “non abbiamo altra scelta” c’è una scelta ben ponderata evidentemente: quella dove il politico non si prende alcuna responsabilità e si trincera dietro alla legge e ai suoi vincoli tecnici.
Una piccola e ultima nota va riservata al PD cittadino e ad un emendamento sulle detrazioni della TASI, arrivato in consiglio nell’ultima seduta a prima firma Laura Zampa. Condividiamo il merito, ma non capiamo perché mettere un censimento per capire chi ha diritto o meno ad una detrazione, quando l’Amministrazione Pubblica dovrebbe già avere l’ISEE delle rispettive famiglie spoletine. Per noi si può partire da quello e non da uno strumento laborioso e lungo come un censimento che darebbe risultati tra qualche anno, quando magari la TASI non si pagherà più come dice il Presidente del Consiglio Renzi.
MoVimento 5 Stelle Spoleto
Stefano Lucidi – Portavoce al Senato del M5S